Nel commentare questa foto, pubblicata a tutta pagina, Giampaolo Visetti su Repubblica dell'11 marzo scrive: "L'ultimatum di Kim Jong-un scade oggi e il dramma del "giovane leader" è che lui è anche l'unico che sembra prenderlo sul serio. La sua immagine in una trincea sull'isola di Ma, con il cappotto verde da generale, il binocolo attaccato agli occhi e un attendente-bambino alle spalle, ha fatto il giro del mondo. Pare impossibile che questa misteriosa caricatura di tondetto dittatore, con le tempie rasate e una cresta a metà tra Balotelli e Psy, sia sul punto di scatenare il primo conflitto nucleare globale". Confesso di aver tirato un cazzotto sul giornale mentre leggevo, è pur vero infatti che Kim Jong-un sia da anni un Daejang, cioè Generale d'Esercito, e che da sia comandante supremo dell'Esercito Popolare Coreano, ma non c'è bisogno certo d'essere un esperto di uniformologia per capire che quello che indossa è un "semplice" cappotto civile privo di qualunque distintivo militare. Come si possa scrivere una castroneria simile su una immagine che è proprio lì sotto il naso resta un mistero, anche se, rileggendo l'articolo, si comprende meglio il perchè dell'errore. E' un pezzo che sconfina nel giornalismo militante e abbandona sin da subito il ruolo di cronaca, infatti ciò preme all'articolista non sono i fatti (seppur avesse indossato un soprabito giallo a pois per lui sarebbe cambiato poco) ma piuttosto la propria opinione, il proprio intento di descivere il personaggio come un dittatore da operetta, di screditarlo e ridicolizzarlo. Abbiamo capito che a Visetti Kim Jong-un piace poco e che i suoi propositi bellicosi gli piacciono ancora meno, ma perchè dobbiamo sorbirci la riflessione sul "tondetto dittatore" e la descrizione semiseria della sua pettinatura? Cosa aggiungono al fatto in sé? Direi che aggiungono molto poco, tanto quanto l'inutile pennellata emozionale sul presunto "attendente-bambino", chissà come fa Visetti a sapere che è l'attendente del dittatore e come fa a conoscerne l'età.
Così quel cappotto, così diverso dai soprabiti che in molte altre foto si vedono indossati dai generali nordcoreani, diventa il pretesto per attrbuire ad un personaggio poco amato la qualifica di dittattore-cattivone-buffone che tanto piace ad una vasta parte della stampa con buona pace dei fatti veri.
Così quel cappotto, così diverso dai soprabiti che in molte altre foto si vedono indossati dai generali nordcoreani, diventa il pretesto per attrbuire ad un personaggio poco amato la qualifica di dittattore-cattivone-buffone che tanto piace ad una vasta parte della stampa con buona pace dei fatti veri.
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