La fine del secondo conflitto mondiale in Italia e,
con essa, la resa delle forze tedesche, fu indipendente dalla morte di
Mussolini e determinò anche la fine militare della Repubblica Sociale Italiana,
essa è passata alla storia come resa di Caserta. Le Forze Armate della RSI,
salvo quelle già travolte dall'avanzata dalle truppe
delle Nazioni Unite che stavano occupando il nord Italia e quelle arresesi
anticipatamente alle forze del Comitato di Liberazione che avevano ottenuto la
consegna delle armi, risultarono ufficialmente sconfitte il 29 aprile 1945.
La firma dei delegati tedeschi
Nel febbraio-marzo 1945 il capo dell’OSS in
Svizzera, Allen Dulles, aveva lanciato l’operazione Sunrise-Crossword per
ottenere una resa negoziata delle forze tedesche in Italia, appoggiata dal Vaticano e dal CLN, avviando
trattative con l’ufficiale delle SS Eugen Dollmann. Il Quartier Generale alleato di Caserta, per superare la
forte contrarietà sovietica - alimentata dalle preoccupazioni di Stalin che
temeva una manovra angloamericana per isolare militarmente l’URSS – impose ai
negoziatori tedeschi l’impegno a garantire la capitolazione incondizionata di
tutte le loro forze in Italia, compresi i reparti della Repubblica Sociale che,
non essendo riconosciuta dagli alleati, non
aveva con essi rapporti diplomatici diretti. Dopo estenuanti trattative l'URSS nominò un
suo osservatore all'atto conclusivo, il Generale Kislenko, e l’accordo fu
denominato “Strumento di resa locale
delle forze tedesche e delle altre forze poste sotto il comando o il controllo
del Comando Tedesco Sud-ovest”, che nella classificazione alleata fu
considerata come local surrender,
la resa di un solo settore definito del fronte.
Il generale Morgan con la delegazione alleata
Nella trattativa giocò un ruolo determinante il Generale Karl Wolff, plenipotenziario della Wehrmacht e comandante in Italia delle SS, con il grado di Obergruppenführer. Riuscì ad ottenere il coinvolgimento di tutti i reparti in armi della RSI attraverso la firma di uno specifico atto di delega che il Maresciallo Graziani, Ministro e comandante delle Forze Armate della Repubblica di Salò, gli rilasciò a Cernobbio il 26 aprile, specificando che le trattative dovessero svolgersi “alle stesse condizioni praticate per le Forze Armate Germaniche in Italia con intese impegnative riguardo alle truppe regolari dell’Esercito Italiano, dell’Arma Aerea e della Marina, come pure Reparti militari fascisti”, equivalenti alle capitolazioni tedesche del 22 e del 25 aprile precedenti. Wolff fu aiutato dagli agenti americani dell’OSS operanti in Svizzera a muoversi liberamente tra il territorio elvetico ed il lago di Como, così il 27 aprile, da Lucerna, inviò la traduzione in tedesco della delega di Graziani al Maggiore Eugen Wenner che fu delegato a recarsi a Caserta, dopo aver ricevuto l’assenso e le credenziali del Generale Von Vietinghoff, comandante del Gruppo di Armate C in Italia.
Il testo della delega di Graziani
La resa fu firmata nell’antica reggia borbonica di
Caserta, sede del Quartier Generale delle forze alleate in Italia, il 29 aprile
dal Colonnello della Wermacht Hans Lothar von Schweinitz e dal Maggiore delle
SS Eugen Wenner, che si presentarono in abiti borghesi, per conto delle armate
tedesche in Italia e per conto dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana,
che esibirono la delega di Graziani, che fu allegata al documento finale,
mentre, per gli alleati fu sottoscritta dal Generale William Morgan,
dell’esercito inglese, capo di stato maggio del Comando supremo alleato nel
Mediterraneo. Alla presenza del Generale
americano Lemnitzer, del Colonnello
Sweetman, del Contrammiraglio Lewis, capo di stato maggiore delle forze navali
alleate, del Mar Baker, capo di stato maggiore delle forze aeree, del Generale sovietico
Kislenko, del Tenente polacco Vraeveskj. Il testo del cessate il fuoco fu redatto in inglese e in tedesco, fissava
alle ore 12.00 del 2 maggio 1945 la fine delle ostilità.
Salvatore Palladino
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