venerdì 22 aprile 2022

Il generale Albano sull'Ucraina: “Ai russi manca la motivazione"

Il Gen. Albano in Bosnia

La seconda fase dell’invasione russa in Ucraina è iniziata, sull’andamento e sulle prospettive delle operazioni le riflessioni del Generale di Divisione Giovanni Albano, già esperto ufficiale di Stato Maggiore in ambito NATO. Albano è stato addetto Militare dell'Ambasciata d'Italia in Romania ed in Bulgaria, tra gli altri numerosi incarichi ha comandato il Distretto Militare Salerno, nel 1995 è stato responsabile logistica di scacchiere della missione NATO/IFOR in Bosnia-Herzegovina, nonché Sottocapo di Stato Maggiore del comando interforze CINCSOUTH NATO. Transitato nella Riserva, è commentatore ed analista su strategia e geopolitica.


In questa nuova fase della guerra gli obiettivi strategici dell'aggressore, pur se ridimensionati, tendono comunque al possesso, con le armi, di un'area geografica simile a mezza Italia, quindi non si tratta di obiettivi limitati, difatti comprendono l'area dell'Ucraina meridionale ed orientale che, partendo da Kherson si collegano a Kharkiv, includendo quindi la Crimea, Mariupol e l'intero Donbass (non solo i territori delle repubbliche di Donetsk e Luhansk) ed il mar d'Azov.

Analizzando più da vicino le operazioni in atto, il grosso delle truppe delle forze armate russe sono in campo, attualmente sono 76 battaglioni su 480 km di fronte, a mio parere un ulteriore errore tattico: fronte comunque troppo vasto, specie quando piove a dirotto in primavera ed il cingolo scivola nel pantano, oltre a quello compiuto nella prima fase quando sono stati impiegati i battaglioni tattici privi di copertura e con linee di rifornimento troppo lunghe. Le truppe scelte di Mosca (spero che siano bravi combattenti e non solo bravi stupratori o assassini) hanno ora come comandante il famigerato generale di divisione Alexandr Dvornikov, più famoso come macellaio che come ufficiale gentiluomo. Dvornikov con le sue truppe ha raso al suolo, nel 2015, l'unica città a maggioranza cristiana della Siria: Aleppo, che era stata, fino all'arrivo dei russi, risparmiata da quei bravi tagliagole vestiti di nero dell'Islamic State. Tutte queste novità, la presenza di truppe fresche e di élite, un nuovo comandante esperto, i 76 battaglioni rinforzati, l'impiego massivo dell'arma aerea assicureranno il raggiungimento dell'obiettivo da parte di Putin entro il fatidico 9 maggio? Secondo chi scrive no! Ai combattenti russi manca una qualità determinante: la motivazione!

Nella zona di Kherson si concentra il grosso delle retrovie russe ad est

Allo stato tutto il popolo ucraino rimasto in patria, forze armate regolari ed ausiliarie, compreso il battaglione Azov, uno dei battaglioni più efficienti dell'intero esercito, dirigenti politici di maggioranza e di opposizione sono "una acies"cioè un'unica schiera e difendono la loro patria, famiglia, affetti e proprietà con determinazione, contro una irrazionale, ingiustificabile ed inumana operazione detta di “denazificazione”, e già questa definizione basta per definire la propaganda della disinformatja russa: una bugia colossale.

Nel Donbass le truppe ucraine sono trincerate in numerosi nuclei di difesa

Prevedo, al netto delle speranze di Putin, uno scenario diverso dalla vittoria russa, poiché se anche le truppe russe dovessero occupare, al prezzo di enormi perdite, tutto il Donbass e tutta la costa fino alla Crimea, nessuna delle grandi istituzioni internazionali riconoscerebbero legalmente le conquiste territoriali ottenute con l'aggressione. Ben più difficile la possibilità di conquistare Odessa, che viene appena lambita dalle truppe di terra ma attorno alla quale gli ucraini sono riusciti a disporre delle solide linee difensive e che non è minacciata dal mare, visto l’indebolimento degli attaccanti. Nemmeno la Cina, che ha interesse ad una Russia indebolita ma non sconfitta, sarebbe davvero disposta ad una guerra totale con il fonte America-NATO, più realisticamente, Confucio docet, i cinesi si siederanno sulla riva del fiume nell'attesa di veder passare il cadavere dello sconfitto, che molto probabilmente sarà avvolto nella bandiera russa.