Nel pieno della Prima Guerra Mondiale fu progettato in
Italia il primo modello di carro armato interamente di concezione nazionale, il
Fiat 2000, un mastodonte d’acciaio di circa 39 tonnellate che impiegava dagli 8
ai 10 uomini di equipaggio e che risultò il mezzo più potente della Grande
Guerra. Era stato progettato dagli ingegneri Carlo Cavalli e Giulio Cesare
Cappa e presentava alcune soluzioni tecniche altamente innovative: il
posizionamento del cannone principale in una torretta emisferica che poteva
essere ruotata di 360 gradi, la separazione tra il vano motore e la camera di
combattimento, la struttura inclinata delle lastre che formavano la casamatta. Era concepito per superare ogni sbarramento, abbattere i reticolati e portare
la potenza di fuoco di cannoni e mitragliatrici direttamente sul campo di
battaglia restando protetto dagli attacchi nemici, ma, nonostante il suo
potenziale e l’ottima tecnologia non trovò mai impiego sul campo, infatti delle
centinaia di carri ordinati ne furono consegnati soltanto due alla fine del
1918 e di essi uno soltanto fu presente in zona di operazioni nel novembre
1918, senza però entrare mai in combattimento. Dopo la guerra, negli anni ’20,
uno dei due esemplari fu inviato in Libia nei combattimenti contro l’insurrezione
senussita, dove, dopo numerosi insabbiamenti, fu abbandonato facendo perdere le
tracce di sé.
Una delle rare apparizioni del carro in zona di operazioni, nei giorni successivi alla firma dell'armistizio nel 1918
L’esemplare rimasto in Italia fu impiegato con grande impressione
in alcune prove dimostrative per oltre un decennio ed affidato in carico al Reggimento Carri Armati,
l’ultima sua destinazione nota fu la caserma carrista di Bologna, nella quale
era presente fino al 1936, se ne ignora poi la sorte finale anche se è
probabile ipotizzare che sia tristemente finito in fonderia tra gli anni della
Seconda Guerra Mondiale e l’immediato dopoguerra.
Schema del posizionamento dell'equipaggio
Ora, nel centenario della sua comparsa, che coincide con le celebrazioni
per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, un ambizioso progetto mira a
riportare in vita il primo tank italiano realizzandone una riproduzione fedele
marciante. Il progetto è stato promosso, sin da marzo scorso, dall’Associazione Raggruppamento SPA, esperta nel recupero e conservazione dei
veicoli militari storici, dall’Associazione Nazionale Carristi e dall’Associazione
Nazionale Ufficiali Tecnici dell’Esercito, che hanno offerto con entusiasmo la
propria esperienza tecnica, hanno inoltre aderito al progetto di ricostruzione anche
l’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria e l’Associazione Nazionale Autieri.
Il progetto si ispira ad iniziative similari già portate a termine in altri
paesi, con la ricostruzione di esemplari di carri armati del primo conflitto
mondiale, sono note infatti ricostruzioni marcianti del famoso carro Renault FT
17, del grande carro tedesco AV7, del carro britannico Mark IV, oltre che dei
primi modelli di carri sovietici degli anni ’20. Tutte le operazione per l’impresa
sono scaturite dal ritrovamento di un modello in legno in scala 1:5 realizzato
nel 1917 dalla ditta Quarello per mostrare i dettagli progetto originale in
fase pre-produzione, il modello, del quale fino a pochi anni fa si ignorava
persino l’esistenza, è particolarmente dettagliato e consente di apprezzare e
valutare numerosi elementi costruttivi, pur non potendo considerarsi un’esatta
riproduzione in scala ridotta del prodotto finale. Il modello attuale è stato
interamente riprogettato attraverso il sistema CAD e l’elaborazione tridimensionale,
calcolando le quote e le misure a partire dal modello di legno e rielaborando
parte dei progetti originali che sono stati faticosamente reperiti oltreoceano.
Anche il motore di cui era dotato il grande mezzo, un propulsore aeronautico
Fiat A.12 a sei cilindri, è stato individuato presso diversi musei e se ne è
avviato un progetto di ricostruzione ex novo che mira a far rombare nuovamente
i 250 cavalli di potenza di cui era capace il motore avio. Le grandi maglie dei
cingoli saranno riprodotte in fusione secondo i disegni originali, mentre
gli ingranaggi e le ruote motrici saranno intagliate al laser da lastre
d’acciaio prestampate.
Il modello in legno "Quarello", ricomparso ad un'asta nel 2013
Allo studio generale ci sono le possibilità di
applicazione all'originario mezzo del 1918 delle nuove tecniche costruttive e
dell’impiego dei nuovi materiali offerti dalle moderne tecnologie. Per quanto
riguarda l’armamento, si procederà con la realizzazione di
simulacri del cannone da 65 mm posto nella torretta e delle sette
mitragliatrici Fiat mod. 1914, calibro 6,5 mm, posizionate in casamatta. Il costo
totale dell’opera è sicuramente elevato, anche se non ancora esattamente
quantificato, in attesa che siano completate le fasi progettuali e sia
possibile comprendere nel dettaglio le esigenze ricostruttive, si prevede di
reperire le risorse necessarie attraverso contributi privati, patrocini
pubblici e sponsorizzazioni commerciali
ed industriali. Per la gestione di tutta l’iniziativa è in via di costituzione
uno specifico comitato di progetto che si trasformerà in ente di gestione, per
sovraintendere alla realizzazione della riproduzione e gestire successivamente
il progetto finito.