Dopo due anni di stop imposta dalla pandemia, dal 21 al 23 ottobre si svolta nuovamente la gara internazionale tra pattuglie militari Dragon Recon, organizzata dall'U.N.UC.I, ancora una volta all'interno del comprensorio militare di Persano, in provincia di Salerno. Quest'anno la competizione è giunta alla XX edizione, riconfermando la grande attenzione al tema della cooperazione e addestramento tra il personale in servizio ed in congedo delle forze armate.
domenica 13 novembre 2022
Torna la Dragon Recon a Persano
sabato 5 novembre 2022
La difesa di Procida durante la Seconda Guerra Mondiale
Durante la seconda guerra mondiale, la rilevanza strategica della città di Napoli e del suo porto palesarono alle autorità militari l'urgenza della difesa delle coste settentrionali della Campania dalle azioni navali, delle offese aree e dalla minaccia di uno sbarco anfibio sul litorale caratterizzato da un ampio retroterra pianeggiante, privo di ostacoli naturali che ne facilitassero la difesa, come invece si presentava il territorio a sud ed intorno al porto di Salerno. Le fortificazioni furono approntate in gran fretta e soltanto dopo l'inizio delle ostilità, coprendo non soltanto l'area metropolitana e quella dei litorali domitio e flegreo ma inglobando anche le isole del golfo di Napoli, poste a sentinella della terraferma e del passaggio obbligato nelle acque campane.
L'isola di Procida fu parte integrante del complesso difensivo, anche in virtù della sua posizione esattamente al centro dello stretto braccio di mare tra il promontorio di Capo Miseno e l'isola di Ischia, in grado di sbarrare il passaggio via mare e di dare supporto alla difesa della terraferma. All'inizio della guerra l'intero apparato difensivo era gestito dal Comando Difesa Territoriale di Napoli, alle cui dipendenze era il settore Difesa Porto di Napoli, retto dal 1941 dal Generale Ettore Marino, che nel maggio 1943 fu completamente riorganizzato venendo inglobato nel XIX Corpo d'Armata, incaricato della difesa costiera di tutta la Campania, il cui ultimo comandante fu il Generale Riccardo Pentimalli. Sin dal 1940 Procida fu dichiarata zona di guerra, vi fu installato un Posto di Avvistamento Lontano della MIL.M.ART. e vi fu dislocata una compagnia di fanteria tratta dal 117° Reggimento costiero, accasermata all'interno della scuola Scialoja nella centrale via Vittorio Emanuele.
Attualmente sono ancora ben visibili, tra la vegetazione della collina del Cottimo, i resti dei basamenti che sostenevano i grandi pezzi di artiglieria, all'interno dei campi coltivati della proprietà Di Iorio.
venerdì 29 luglio 2022
Soldati del Regio Esercito in guerra tra i partigiani
Il libro pone anche l'attenzione sulle vicende del confine orientale e sul tentativo di contrasto delle mire espansionistiche slave nella regione giuliana da parte dei militari partigiani, oltre che sull'annosa questione della "appropriazione" da parte di determinate aree politiche della narrazione e dell'immaginario collettivo della guerra resistenziale, relegando a lungo in secondo piano il ruolo degli uomini con le stellette. Nell'intento di fare attivamente "storia in laboratorio", il testo, edito dalla Società Editrice Nuova Cultura - Università La Sapienza per la collana I libri del Nastro Azzurro, si propone di promuovere una conoscenza estesa del fenomeno dei militari in lotta contro i tedeschi e del periodo dell'ultimo conflitto mondiale, ripristinando una giusta memoria degli avvenimenti e fornendo anche un valido ausilio alla didattica della storia ed alla consapevolezza della complessità delle vicende narrate.
L'autore, Nicola Della Volpe, è generale in congedo dell'Esercito, dopo vari incarichi operativi presso grandi unità, è stato per oltre vent'anni ufficiale di Stato Maggiore, ricoprendo fino al 2001 l'incarico di Vicecapo dell'Ufficio Storico dello SME. Autore prolifico, ha scritto numerosi saggi di storia militare, dedicandosi in particolare allo studio della propaganda e della corrispondenza di guerra. Ha pubblicato diversi volumi anche all'estero.
venerdì 22 aprile 2022
Il generale Albano sull'Ucraina: “Ai russi manca la motivazione"
In questa nuova fase della guerra gli obiettivi strategici dell'aggressore, pur se ridimensionati, tendono comunque al possesso, con le armi, di un'area geografica simile a mezza Italia, quindi non si tratta di obiettivi limitati, difatti comprendono l'area dell'Ucraina meridionale ed orientale che, partendo da Kherson si collegano a Kharkiv, includendo quindi la Crimea, Mariupol e l'intero Donbass (non solo i territori delle repubbliche di Donetsk e Luhansk) ed il mar d'Azov.
Analizzando
più da vicino le operazioni in atto, il grosso delle truppe delle forze armate
russe sono in campo, attualmente sono 76 battaglioni su 480 km di fronte, a mio
parere un ulteriore errore tattico: fronte comunque troppo vasto, specie quando
piove a dirotto in primavera ed il cingolo scivola nel pantano, oltre a quello
compiuto nella prima fase quando sono stati impiegati i battaglioni tattici
privi di copertura e con linee di rifornimento troppo lunghe. Le truppe scelte di
Mosca (spero che siano bravi combattenti e non solo bravi stupratori o
assassini) hanno ora come comandante il famigerato generale di divisione Alexandr Dvornikov, più
famoso come macellaio che come ufficiale gentiluomo. Dvornikov con le sue
truppe ha raso al suolo, nel 2015, l'unica città a maggioranza cristiana della
Siria: Aleppo, che era stata, fino all'arrivo dei russi, risparmiata da quei
bravi tagliagole vestiti di nero dell'Islamic State. Tutte queste novità, la
presenza di truppe fresche e di élite, un nuovo comandante esperto, i 76
battaglioni rinforzati, l'impiego massivo dell'arma aerea assicureranno il
raggiungimento dell'obiettivo da parte di Putin entro il fatidico 9 maggio?
Secondo chi scrive no! Ai combattenti
russi manca una qualità determinante: la motivazione!
Nella zona di Kherson si concentra il grosso delle retrovie russe ad est
Nel Donbass le truppe ucraine sono trincerate in numerosi nuclei di difesa