martedì 25 marzo 2014

La legione dimenticata delle Argonne


In una recente puntata de "Il Tempo e la Storia", il programma di divulgazione storica condotto da Massimo Bernardini, dedicata a Curzio Malaparte, lo storico Francesco Perfetti nel commentare il passato di volontario garibaldino nel 1914 dello scrittore toscano liquida in due parole l'esperienza dei volontari garibaldini sul fronte francese affermando che "non svolgeranno di fatto alcuna operazione bellica" e che nello stesso stato di servizio di Malaparte tale periodo non risulta. Perfetti evidentemente ha poca dimestichezza con la burocrazia militare italiana ed ignora che gli appartenenti ai volontari garibaldini, essendo inquadrati nelle forze armate francesi, non avevano diritto alla trascrizione matricolare del servizio prestato per una nazione straniera, ancorché in seguito amica. Al di là delle minuzie burocratiche è però doveroso rendere onore alla memoria di un formidabile manipolo di combattenti che, al contrario di quanto sostiene con superficialità Perfetti, ebbe una rilevanza bellica non secondaria.

La Legione Garibaldina fu voluta da Peppino Garibaldi, figlio maggiore di Ricciotti, che riunì i fratelli Bruno, Ezio, Costante, Sante, Ricciotti Jr. e Menotti Jr e nell'autunno del 1914, dopo varie resistenze, riuscì a farsiaffidare dalle autorità francesi il comando di un reparto costituito in massima parte da italiani residenti in Francia e volontari giunti dall'Italia. Sin da subito emersero notevoli difficoltà di ordine politico, in considerazione dell'appartenenza dei volontari ad una nazione neutrale formalmente alleata della Germania e che peraltro era scossa da una crescente divisione tra neutralisti ed interventisti. Il numero di aspiranti reclute provenienti dall'Italia avrebbe consentito la formazione di una intera divisione volontaria ma, per questioni di opportunità, si scelse di limitare l'organico della Legione a soli 3 battaglioni che andarono a formare il IV Reggimento di Marcia inquadrato nella Legione Straniera, il comando fu assunto dallo stesso Peppino Garibaldi, affiancato da ufficiali francesi, col grado di Tenente Colonnello. L'organico compredeva circa 25000 effettivi, con 53 ufficiali, 155 sott'ufficiali e oltre 2000 militari di truppa, tutti equipaggiati e rivestiti di uniformi francesi sotto le quali però indossarono la tradizionale camicia rossa. La Legione fu impiegata quale reparto d'assalto ed ebbe il suo battesimo del fuoco il 21 dicembre 1914 nelle Argonne tra Belle Etoile e Bois de Bolante, dove pochi giorni dopo, il 26 dicembre, cadeva sul campo Bruno Garibaldi. Dopo un rallentamento dei combattimenti nel periodo natalizio, il 5 gennaio del 1915, riprese furiosa la seconda battaglia delle Argonne nella quale la Legione si distinse catturando un ricco bottino di armi e prigionieri. Proprio nelle prime ore di quella battaglia troverà la morte anche Costante Garibaldi. Dalla fine di gennaio, per le forti pressioni da parte del governo italiano, ansioso di non compromettere i rapporti con gli austro-tedeschi e preoccupato dalla maggioranza pacifista nel paese, il IV Régiment de Marche non fu più impiegato in prima linea e in seguito ai ripetuti interventi del comandante Peppino Garibaldi fu ufficialmente sciolto il 5 marzo 1915, in concomitanza con l'ondata di manifestazioni interventiste che si accendevano in quel periodo in Italia. Molti ex volontari si riarruoleranno nella neostituita Brigata Alpi del Regio Esercito combattendo il prosieguo della guerra al comando dei fratelli Garibaldi.

Il primo caduto fu il tenente Gregorio Trombetta, ventiseienne milanese colpito a dal fuoco amico dell'artiglieria pesante francese al Bois de Bollante il 26 dicembre 1914, in totale la Legione ebbe, in quattro mesi di scontri, 566 caduti, in gran parte sepolti nel sacrario di Bligny al termine della guerra mentre le salme dei fratelli Bruno e Costante sono state traslate al Verano. Per la cronaca, secondo accreditate ricostruzioni, l'allora sedicenne Kurt Erich Suckert (Malaparte) non prese mai parte ai combattimenti sul fronte francese ma si arruolò tra i garibaldini a Parigi nel periodo in cui la Legione fu forzatamente tenuta lontano dai combattimenti.

lunedì 3 marzo 2014

Montuori al Comando Logistico Esercito

 
 
 
Dal 28 febbraio il Generale di Corpo d'Armata Alessandro Montuori è il nuovo comandante logistico dell'esercito italiano, la cerimonia di avvicendamento con il suo predecessore, Generale Cd'A Mario Roggio, si è svolta presso il Centro Polifunzionale di Sperimentazione dell'esercito. Montuori, nato a Portici, è ufficiale dei bersaglieri con una lunga carriera alle spalle e, prima dell'attuale incarico, gli è stato affidato dal 2013 il Comando Formazione e Scuole d'Applicazione di Torino. Ha acquisto una vasta esperienza anche nelle missioni all'estero, in particolare nel corso delle operazioni "Iraqi Freedom" e "Antica Babilonia" in Iraq meritando la Croce d'oro al merito dell'Esercito, è insignito, tra le altre decorazioni, del grado di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica.