martedì 31 agosto 2021

Il mito della battaglia rivive ad Anghiari


Dal mese di agosto e fino al prossimo 6 gennaio ad Anghiari, la città della celebre battaglia raffigurata da Leonardo da Vinci, sarà ospitata la mostra “La civiltà delle armi e le Corti del Rinascimento”, organizzata dal Comune di Anghiari e realizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenzela terza delle esposizioni del programma Uffizi Diffusi. All'interno del Museo della Battaglia e di Anghiari è allestito un percorso espositivo che, attraverso prestiti significativi, documenta l'amore per la cultura che trasformò uomini d’armi, soldati e combattenti, in umanisti illuminati con la passione per l'arte, con l’obiettivo di raccontare le vicende, durante il Rinascimento, di una parte dei notabili del luogo, che oltre ad essere guerrieri e combattenti furono anche cortigiani eruditi e amanti della cultura.

Esemplare è la storia di Federico da  Montefeltro duca di Urbino, uomo d’arme a capo di una delle corti più raffinate del Rinascimento. In mostra è visibile il ritratto del duca appartenente alla famosa collezione gioviana degli Uffizi, commissionata nel Cinquecento da Cosimo I dei Medici a Cristofano dell’Altissimo, con il particolare del profilo mozzato, come nel celebre dittico di Piero della Francesca di un secolo precedente.


Al tempo la città di Anghiari forniva uomini d’arme fedeli a vari eserciti delle Signorie italiane, la cui nobiltà era spesso imparentata con quella della cittadina toscana. Il mestiere delle armi era appannaggio di classi sociali elevate, con forti interessi culturali e una potente sensibilità nei confronti dell'arte. Il nome dello splendido borgo di Anghiari, nella Val Tiberina, quasi all'estrema propaggine orientale della Toscana, risuona nel mito della celebre battaglia combattuta il 29 giugno 1440 tra le truppe milanesi dei Visconti e la vittoriosa coalizione guidata dalla Repubblica fiorentina, insieme a Venezia e allo stato Pontificio. La stessa battaglia che Leonardo, fra il 1504 e 1505, fu chiamato a rievocare nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, in una singolar tenzone artistica con la “Battaglia di Cascina” del giovane rivale Michelangelo. Quella vittoria, così importante per le contese territoriali tra le diverse signorie e fondamentale per determinare gli assetti politici dell’Italia di allora, segnò il destino della città condizionandone in profondità il tessuto sociale. 


L'evento di presentazione della mostra si è svolto il 30 agosto con una conferenza nella suggestiva piazza Mameli al centro del borgo antico di Anghiari, trasmessa in diretta anche sui canali social, con l'intervento del sindaco della cittadina, Alessandro Polcri, del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, del direttore Fondazione CR Firenze, Gabriele Gori, del direttore del Museo della Battaglia, Gabriele Mazzi, del prof. Francesco Storti, dell'Università di Napoli, di Don Alessandro Bivignani, parroco di Anghiari, e di alcuni dei partner del progetto: Fabio Pecorari, direttore Banca Anghiari e Stia Credito Cooperativo, Livio Sassolini, amministratore della Tessitura Busatti, Aldo Santi, della società Lightprogress, oltre alla partecipazione di numerosi studiosi provenienti da tutta Italia.

Studi storici recenti sulle famiglie illustri di Anghiari hanno evidenziato sodalizi e legami di parentela con importanti casate, in particolare i Montefeltro di Urbino, immortalati nel celeberrimo doppio ritratto di Federico da Montefeltro e della moglie Battista Sforza realizzato da Piero della Francesca, giunto a Firenze nel Seicento con l’eredità di Vittoria della Rovere ed oggi agli Uffizi. Il duca di Montefeltro sarà protagonista anche della mostra anghiarese, dove è esposto il suo ritratto appartenente alla famosa collezione gioviana degli Uffizi, commissionata nel Cinquecento da Cosimo I dei Medici a Cristofano dell’Altissimo debitore: a distanza di più di un secolo l’opera ancora è ispirata al celebre dipinto di Piero della Francesca. In mostra saranno esposti due tabernacoli lignei quattrocenteschi, che questi personaggi utilizzavano per la loro devozione privata presso le loro dimore, o nelle cappelle di famiglia nelle chiese: anche i soldati e i condottieri avevano la necessità di pregare e invocare la protezione divina. E, sempre a proposito di armi e battaglie, sono stati inviati dagli Uffizi anche il ritratto di uomo in armatura di scuola francese cinquecentesca e due tele con “Scene di Battaglia” del pittore Jacques Curtois detto il Borgognone, specialista di questi soggetti, poste in dialogo con la nota incisione di Gérard Edelinck dalla copia di Rubens dal perduto cartone di Leonardo per la Battaglia di Anghiari.