giovedì 13 novembre 2014

L'ultimo volo dell'asso

 
Addio a Luigi Gorrini, Medaglia d'Oro al Valor Militare, ultima leggenda vivente dei piloti da caccia della Seconda Guerra Mondiale. Si è spento l'8 novembre presso l'ospedale di Piacenza.



È morto all’età di 97 anni l’ultimo «asso» dell’Aeronautica. Aderì alla Rsi: «Volevo proteggere le città del Nord Italia dai bombardamenti indiscriminati»

 
Nell’Aeronautica militare italiana era una specie di leggenda: l’ultimo degli «assi» - e a detta di tanti il migliore - del cielo. Luigi Gorrini, questo il suo nome, si è spento a Piacenza, all’età di 97 anni. Durante la Seconda guerra mondiale abbattè 24 aerei, a sua volta fu abbattuto 5 volte, lanciandosi con il paracadute e restando vivo, nonostante gravi ferite, grazie a circostanze che ebbero del miracoloso. Atterrando su stagni e chiome di alberi che attutirono la violenza dell’impatto.
 
«Con Salò perché volevo difendere le città dai bombardamenti»
 
Meglio chiarirlo subito: gli aerei abbattuti erano tutti inglesi e americani, Spitfire, Mustang, Lightning, Fortezze volanti. Perché dopo l’8 settembre Gorrini, senza esitazioni, lasciò la Regia Aeronautica per volare sui caccia della Repubblica Sociale di Salò. Un’adesione spiegata così: «Dopo aver volato per tre anni fianco a fianco con i piloti tedeschi, sulla Manica, in Nord Africa, Grecia, Egitto, Tunisia e - infine - sulla mia patria, avevo fatto amicizia con alcuni di loro... non volevo fare la banderuola, per dire così, e forse sparare sui miei amici tedeschi. Inoltre, volevo proteggere le città del Nord Italia dai bombardamenti indiscriminati, per quanto possibile».

Ufficiale solo dopo la pensione
 
Gorrini entrò in Aeronautica giovanissimo. Pilota sottufficiale. Ufficiale lo diventò soltanto dopo la pensione, nel 1979. Finita la guerra, era rientrato nei ranghi dell’Aeronautica militare nonostante l’opposizione iniziale del comando alleato, che non aveva dimenticato come l’aviatore italiano pareva aver fatto quasi un fatto personale di quei duelli in cielo contro i caccia di Raf e Air Force. Volando con le insegne di Salò, Gorrini abbattè diversi bombardieri in missione nel Nord Italia. «Inventò» una tecnica di attacco che gli valse l’ammirazione della Luftwaffe dalla quale ricevette anche due Croci di guerra. In sostanza, superava la quota di volo dello stormo avversario per poi buttarsi giù in picchiata a tutta velocità, quasi come un kamikaze, individuando il bersaglio che cercava di colpire avendo a disposizione solo una manciata di secondi. Manovra che terrorizzava i mitraglieri avversari ma che per il pilota era rischiosissima, aumentando il rischio collisione con i bombardieri.
 
Alessandro Fulloni tratto da Il Corriere della Sera
 
 
La motivazione della Medaglia d'Oro:
«Audacissimo cacciatore del cielo, già distintosi per l’abbattimento di due aerei avversari, faceva rifulgere ancora le sue eccezionali qualità di combattente indomito, attaccando sempre e dovunque il nemico. In 132 combattimenti aerei col fuoco inesorabile delle sue armi abbatteva numerosi grossi bombardieri e ne colpiva efficacemente un numero ancora maggiore, prima di essere a sua volta abbattuto. Salvatosi col paracadute, ustionato ma non domo, tornava con coraggio inesauribile ad avventarsi contro l’avversario continuando a conseguire brillanti successi con l’abbattimento e il danneggiamento di altri aerei. Ineguagliabile esempio di ardimento e di dedizione alla Patria. » 
Cielo dell’A.S.I. - Egitto - Grecia - Italia, 3 giugno 1941 - 31 agosto 1943.
 
Gorrini era insignito inoltre di due Medaglie di Bronzo al V.M. concesse dalla Repubblica Sociale Italiana, tre Croci al Merito di Guerra e della Croce di Ferro tedesca di I e II Classe. Era Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica. Nato ad Alseno, in provincia di Piacenza, il 12 luglio 1917, dall'11 novembre riposa accanto all'amata moglie Luisa nel cimitero di Castelnuovo Fogliani.
 
Oltre al Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, ha voluto esprimere il suo personale cordoglio alla famiglia anche il Presidente della Repubblica:
 
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa la notizia della scomparsa della Medaglia d'Oro al Valor Militare, Luigi Gorrini, ha espresso ai familiari il sentito cordoglio ricordando il valoroso aviatore che ha servito la Patria con onore e spirito di sacrificio.
Il Capo dello Stato ha altresì inviato al Presidente del Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Generale Umberto Rocca, un messaggio nel quale sottolinea la dedizione e il senso del dovere di Luigi Gorrini. Roma, 11 novembre 2014
 
In occasione di una recente visita al 18° Gruppo Caccia, Luigi Gorrini pronunciò queste parole che valgono quale suo testamento spirituale:
 
"Bruciammo la nostra giovinezza ma obbedimmo. I nostri caduti sono testimoni della nostra fede, della nostra passione, del nostro credo. A questo Gruppo, ho dato gli anni verdi della mia giovinezza che allora si viveva in un'altra dimensione. 212 combattimenti, 24 vittorie aeree individuali, 5 lanci con il paracadute. Cose che rifarei per un'Italia migliore".

Cordoglio per la scomparsa dell'Asso della Caccia Gorrini

Secolo d'Italia