lunedì 27 aprile 2020

La resa di Caserta del 1945


La fine del secondo conflitto mondiale in Italia e, con essa, la resa delle forze tedesche, fu indipendente dalla morte di Mussolini e determinò anche la fine militare della Repubblica Sociale Italiana, essa è passata alla storia come resa di Caserta. Le Forze Armate della RSI, salvo quelle già travolte dall'avanzata dalle truppe delle Nazioni Unite che stavano occupando il nord Italia e quelle arresesi anticipatamente alle forze del Comitato di Liberazione che avevano ottenuto la consegna delle armi, risultarono ufficialmente sconfitte il 29 aprile 1945.

La firma dei delegati tedeschi

Nel febbraio-marzo 1945 il capo dell’OSS in Svizzera, Allen Dulles, aveva lanciato l’operazione Sunrise-Crossword per ottenere una resa negoziata delle forze tedesche in Italia,  appoggiata dal Vaticano e dal CLN, avviando trattative con l’ufficiale delle SS Eugen Dollmann. Il Quartier Generale alleato di Caserta, per superare la forte contrarietà sovietica - alimentata dalle preoccupazioni di Stalin che temeva una manovra angloamericana per isolare militarmente l’URSS – impose ai negoziatori tedeschi l’impegno a garantire la capitolazione incondizionata di tutte le loro forze in Italia, compresi i reparti della Repubblica Sociale che, non essendo riconosciuta dagli alleati,  non aveva con essi rapporti diplomatici diretti. Dopo estenuanti trattative l'URSS nominò un suo osservatore all'atto conclusivo, il Generale Kislenko, e l’accordo fu denominato “Strumento di resa locale delle forze tedesche e delle altre forze poste sotto il comando o il controllo del Comando Tedesco Sud-ovest”, che nella classificazione alleata fu considerata come local surrender, la resa di un solo settore definito del fronte.
Il generale Morgan con la delegazione alleata


Nella trattativa giocò un ruolo determinante il Generale Karl Wolff, plenipotenziario della Wehrmacht e comandante in Italia delle SS, con il grado di Obergruppenführer. Riuscì ad ottenere il coinvolgimento di tutti i reparti in armi della RSI attraverso la firma di uno specifico atto di delega che il Maresciallo Graziani, Ministro e comandante delle Forze Armate della Repubblica di Salò, gli rilasciò a Cernobbio il 26 aprile, specificando che le trattative dovessero svolgersi “alle stesse condizioni praticate per le Forze Armate Germaniche in Italia con intese impegnative riguardo alle truppe regolari dell’Esercito Italiano, dell’Arma Aerea e della Marina, come pure Reparti militari fascisti”, equivalenti alle  capitolazioni tedesche del 22 e del 25 aprile precedenti. Wolff fu aiutato dagli agenti americani dell’OSS operanti in Svizzera a muoversi liberamente tra il territorio elvetico ed il lago di Como, così il 27 aprile, da Lucerna, inviò la traduzione in tedesco della delega di Graziani al Maggiore Eugen Wenner che fu delegato a recarsi a Caserta, dopo aver ricevuto l’assenso e le credenziali del Generale Von Vietinghoff, comandante del Gruppo di Armate C in Italia.


Il testo della delega di Graziani
La resa fu firmata nell’antica reggia borbonica di Caserta, sede del Quartier Generale delle forze alleate in Italia, il 29 aprile dal Colonnello della Wermacht Hans Lothar von Schweinitz e dal Maggiore delle SS Eugen Wenner, che si presentarono in abiti borghesi, per conto delle armate tedesche in Italia e per conto dell’esercito della Repubblica Sociale Italiana, che esibirono la delega di Graziani, che fu allegata al documento finale, mentre, per gli alleati fu sottoscritta dal Generale William Morgan, dell’esercito inglese, capo di stato maggio del Comando supremo alleato nel Mediterraneo. Alla presenza del  Generale americano Lemnitzer, del  Colonnello Sweetman, del Contrammiraglio Lewis, capo di stato maggiore delle forze navali alleate, del Mar Baker, capo di stato maggiore delle forze aeree, del Generale sovietico Kislenko, del Tenente polacco Vraeveskj. Il testo del cessate il fuoco fu redatto in inglese e in tedesco, fissava alle ore 12.00 del 2 maggio 1945 la fine delle ostilità.
Salvatore Palladino