giovedì 30 marzo 2023

Ucraina, prima guerra globale

Le ambizioni russe sono un misto di bellicismo e nostalgia sovietica

La guerra in Ucraina ha raggiunto la soglia del 397esimo giorno, tutto il mondo la chiama guerra, Putin la chiama “operazione speciale”, io la chiamo prima guerra globale. Mentre Joseph Borrell corre in Cina per discutere i 12 punti del piano di pace del dittatore Xi, questo piano di pace ve lo risparmio perché dopo aver perso un’oretta per leggerlo attentamente sia in italiano che in inglese, lo chiamerei global fried air (aria fritta globale).

Il nostro amico Putin, lui, quel buontempone che faceva le vacanze con il nostro presidente del consiglio dei ministri, per dimostrare all’ occidente quanto il suo obiettivo sia veramente e soltanto la pace ha annunciato al mondo che:

il primo luglio 2023 sarà completata la costruzione di un deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia, la Federazione Russa dispone di circa 2000 di questi terrificanti missili che hanno una gittata di 500 km;

entro un anno le fabbriche russe produrranno 1600 carri armati di nuova generazione,

il reclutamento di altri 300.000 coscritti è già terminato ed entro la metà di aprile queste truppe fresche entreranno in azione.

Tutto questo significa tendere alla pace o invece tendere al proseguimento dell’azione speciale per raggiungere tutti gli obiettivi prefissati? Cioè la riconquista della Novorossija. I tre punti in precedenza citati sono scritti su tutte le testate giornalistiche in carta stampata ed on line, ma qualcuno avverte di tutto questo i politici italiani che, come l’avvocato Conte e le sue incazzatissime colleghe, dicono che per puntare ad una pace giusta non bisogna rifornire di armamenti l’esercito ucraino? Ma si rendono conto che emettono una condanna a morte? 

Il mio giudizio è di carattere squisitamente tecnico: la guerra termina quando sul capo di battaglia c’è equilibrio tra le forze. L’equilibrio tra la media potenza nucleare Federazione Russa (145 milioni di abitanti) e la Repubblica Ucraina (44 milioni di abitanti) si può creare solo se le nazioni democratiche forniscono i sistemi d’arma necessari per combattere alle forze armate ucraine. In Ucraina sono arrivati i primi carri armati tedeschi Leopard, ma al momento non serviranno a cambiare le sorti del conflitto, solo le unità del gruppo Wagner dispone di circa 50.000 mercenari agguerriti, molti dei quali ergastolani o delinquenti, una sola armata corazzata russa ha a disposizione 300 carri armati T-72 delle varie versioni, mentre l’esercito ucraino può schierare appena poche decine di Leopard. Poi vi sono le truppe aggiuntive, dai ceceni di Kadirov, notoriamente addetti ad azioni non convenzionali (tagliatori di teste e di gole), ai siriani fino ai mercenari vari, per un totale di circa 8000 uomini. Poi ci sono le forze armate regolari della Federazione Russa, almeno 150.000 effettivi, dotati di carri armati, missili termobarici e recentemente anche droni iraniani. 

Nella guerra di parole che preannuncia un rilancio della guerra sul campo, è imminente una controffensiva ucraina sulla direttrice sud-est, mentre continuano accaniti i combattimenti attorno a Bahkmut, obiettivo primario invernale della Russia, che vi ha gettato qualunque risorsa disponibile pur penalizzando la compagnia Wagner, la città, anche se totalmente distrutta, non è stata presa. Le forze sul terreno devono fare i conti con un nemico che prima o poi avrebbe bussato alle porte dei comandanti: la ritrosia ad arruolarsi. Succede, con differenti proporzioni, tanto sul fronte ucraino ma ancor di più su quello russo, è la stanchezza della guerra, inevitabile dopo oltre un anno di combattimenti. Ma i russi possono puntare sul massiccio arruolamento avviato in questi giorni dal capo della Wagner Prigozhin, che è tornato a setacciare le carceri in cerca di combattenti. Kiev, al contrario, deve fare i conti con i militari che a partire dall’autunno potrebbero cominciare a scarseggiare, a seguito delle perdite, delle tempistiche necessarie per l’addestramento e dell’elevata usura dei reparti schierati in prima linea. Per ovviare vengono già precettati ragazzi di 17 anni, avviati nei campi di addestramento in attesa di venire impiegati in battaglia qualora fosse necessario alla fine dell’anno, appena diventati maggiorenni. 

Gli ucraini si addestrano anche grazie agli aiuti occidentali

La guerra è una cosa seria, la guerra uccide uomini e distrugge città, la guerra rende possibili nefandezze di ogni genere, la guerra crea solchi nell’anima che non si rimarginano mai. Parliamone quando la conosciamo nella sua immane tristezza non tanto per assumere un atteggiamento politico, in guerra ci sono solo nemici da uccidere anche nella maniera più efferata.


Generale Giovanni Albano

sabato 4 marzo 2023

La musica dell'Aeronautica


La ricercatrice e musicologa Enrica Donisi ha dato alle stampe l'opera "La musica e il volo", dedicata al connubio tra il mondo musicale e l'Aeronautica Militare Italiana. Condensate nel testo le accurate indagini archivistiche che hanno consentito di far emergere numerosi documenti inediti sulla musica tra '800 e '900, i nomi di compositori sino ad ora sconosciuti, nonché partiture originali. La Donisi offre uno spaccato interessante sull'ambiente culturale che informa la musica in Italia e nel resto del mondo e che si riverbera nella corrispondenza fra aviatori e musicisti, ricostruendo la genesi e i momenti salienti della banda dell'Aeronautica Militare, il cui nucleo originario risale al 1924 ed all'opera di Giulio Cesare Camussi. 

Il volume rappresenta una tappa ulteriore del filone di ricerca intrapreso dall'autrice già da diversi anni, sulle tracce della lunga tradizione che si dipana dai compositori provenienti dalla scuola di Gaetano Ciandelli nell'800. Articolato in dieci capitoli, dopo una panoramica sulle bande militari e sulla storia della Regia Aeronautica, ripercorre la storia della banda dell'arma azzurra, il contributo di personalità quali Piero Mascagni e Gabriele d'Annunzio, il ruolo delle fanfare, il legame artistico e musicale con l'America latina.

Nell'appendice de "La musica e il volo", edito da Rivista Aeronautica con una prefazione dell'ex ministro della Difesa Guerini, sono riportati vari scritti dei  protagonisti, documenti d'epoca e partiture musicali.