mercoledì 21 aprile 2021

Napoleone e il mito della Guardia Imperiale

E' in arrivo nelle librerie in questi giorni l'ultima opera del giornalista Sergio Valzania, proprio nell'anno del duecentesimo anniversario della morte di Napoleone, che racconta uno dei miti dell'epopea militare del grande còrso: la Garde Impériale. In un agevole volume di 276 pagine, "Napoleone e la Guardia Imperiale", nella collana Le Scie Mondadori,  si ripercorrono le vicende dei soldati scelti delle armate napoleoniche che seguirono l'imperatore sin da quando era comandante dell'esercito rivoluzionario durante la campagna d'Italia del 1796-1797 fino a Waterloo. I grognards, i "brontoloni" come furono soprannominati dallo stesso Napoleone, costituirono l'esempio più fortunato e simbolico della costruzione della struttura militare che fu l'ossatura dell'epoca napoleonica, un reparto dall'elevata capacità combattiva e dal morale elevato che, nel corso di un decennio, divenne un vero e proprio piccolo esercito parallelo alla Grande Armée.

La nascita della sua guardia personale precedette la stessa ascesa imperiale di Napoleone, fu il frutto di decisione presa durante la campagna d'Italia, quando una casuale ed estemporanea sortita di un manipolo di soldati austriaci per poco non si trovò a far prigioniero il generale Bonaparte che riposava lontano dalle linee francesi. Da allora questa schiera di truppe fidatissime, divenuta dapprima Guardia Consolare e, dal 1804, Guardia Imperiale, seguì Napoleone in tutte le campagne e divenne il simbolo visibile del suo genio militare, anche perchè quando intervenne nel vivo della battaglia la Guardia risultò sempre decisiva: a Marengo, ad Austerlitz, a Eylau. Napoleone tentò sempre di risparmiare la Guardia, impiegandola sul campo solo quando fosse assolutamente necessario, era consapevole di quanto fossero preziosi i suoi uomini più fidati. Gli ufficiali della Guardia divennero alcuni tra i più noti comandanti del periodo napoleonico, come Murat, Lepic e Cambronne, molti di essi ottennero, già da giovani, il bastone di Maresciallo di Francia. Anche nell'ultima, sfortunata, battaglia di Waterloo la Guardia era presente e fece fino in fondo il suo dovere, proteggendo l'imperatore dal tentativo di accerchiamento e scortandolo lontano dal campo di battaglia fino a Parigi.   

Valzania, giornalista con il pallino della storia e studioso di comunicazione, riepiloga tutte le tappe di un percorso di eroismo ed abilità militare che ha costituito uno degli elementi più significativi e simbolici del periodo napoleonico, a cui diedero accenti quasi leggendari, testimoniando l'intenso rapporto che, anche l'imperatore Bonaparte come molti personaggi eminenti e solitari della storia, ebbero con i loro soldati fino ad indentificarsi con essi.