mercoledì 7 gennaio 2015

Camillo Ruggera, il soldato che visse tre volte


Personaggio semisconosciuto che ha attraversato oltre vent'anni di storia europea partecipando ad entrambi i conflitti mondiali con ruoli che lo hanno portato ad essere in prima persona nei momenti in cui si scriveva la storia.
Camillo Ruggera nacque nel 1887 a Predazzo, nel Tirolo austriaco, da una famiglia italiana, figlio di un sott'ufficiale della Gendarmeria originario di Zara e di una madre trentina. Fu avviato sin da giovanissimo alla carriera militare frequentando la scuola di guerra di Vienna dalla quale uscì nel 1904 col grado di Alfiere per poi essere incorporato nell'Imperial Regio Esercito austro-ungarico, nel quale si mise immediatamente in luce conseguendo in appena dieci mesi la promozione a sottotenente. Trasferito in seguito alla divisione "Adige" fu protagonista di una fulminea e brillante carriera in seno ai Kaiserjager, i cacciatori imperiali tirolesi, nei cui ranghi raggiunse la promozione a capitano all'inizio del 1915 e con cui partecipò alla Prima Guerra Mondiale. Nella Grande Guerra fu dapprima membro della missione austriaca in Turchia, poi partecipò alle operazioni sul fronte italiano venendo gravemente ferito nel corso dei combattimento sull'Isonzo, ferita che lo costrinse ad lunga convalescenza di oltre un anno. A partire dall'aprile del 1917,come Capitano di Stato Maggiore, entrò a far parte del Comando Supremo dell'Esercito, in seno al quale svolse un intenso lavoro in preparazione della dodicesima Battaglia dell'Isonzo che portò all'offensiva su Caporetto nell'ottobre '17, fu poi uno degli estensori del piano di attacco sul Piave nel giugno 1918, passato alla storia come "Battaglia del Solstizio". Nella fredda mattina del 29 ottobre 1918 fu a capo della delegazione austriaca  che passò le linee italiane a Serravalle d'Adige per consegnare la richiesta di armistizio da parte dell'Austria. Pochi giorni dopo prese parte alle trattative che portarono all'Armistizio di Villa Giusti del 3 novembre, assieme al generale Viktor Weber von Webenau, ai colonnelli Schneller e von Nyékhegyi, al Tenente Colonnello Viktor von Seiller ed agli ufficiali di Marina Johannes von Liechtenstein e Zwierkowski.
Finita la guerra continuò la carriera nell'esercito austriaco conseguendo la promozione a Tenente Colonnello nel 1921 e nel 1928 al grado di Colonnello, nel corso degli anni '20 fu membro di diverse commissioni diplomatiche e tra il 1928 e il 1929 fu consulente del Ministero Federale dell'Esercito per poi ritornare a ruoli operativi ricoprendo la carica di Capo di Stato Maggiore della Terza Brigata di Fanteria dal 1929 al 1932. Nel 1933, designato Conservatore dell'Archivio di Guerra, si dimise da tutti gli incarichi, dichiarando successivamente di disapprovare la politica del cancelliere Engelbert Dolfuss. Già da tempo infatti Ruggera era tra i capi militari che avevano aderito al Partito Nazional Socialista Austriaco, adoperandosi intensamente per l'Anschluss, la riunificazione di Germania e Austria sotto il governo del Reich. Fu per alcuni anni comandante delle SA austriache prima di rientrare nei ranghi dell'esercito nel 1938 con il grado di GeneralMajor, venendo in seguito destinato allo Stato Maggiore della Luftwaffe. Fino al 1940 fu comandante della Seconda Regione Area di Posen e nel dicembre di quell'anno fu promosso General der Flakartillerie, con questo grado dal 1941 al 1942 fu nominato Ispettore Generale delle difese antiaeree presso il comando di Düsseldorf. Fu congedato definitivamente dal servizio attivo il 30 novembre 1942 ritirandosi a vita privata, morì il 27 gennaio del 1947 per un attacco cardiaco nella propria residenza bavarese nella cittadina di Hof an der Saale.

Camillo Ruggera fu prima d'ogni altra cosa un soldato, un militare, educato sin dall'infanzia alla religione del dovere marziale, una linea di condotta alla quale rimase fedele per tutta la propria esistenza. Non ebbe lo slancio del condottiero e giocò un ruolo spesso da comprimario pur negli avvenimenti di enorme portata storica nei quali fu coinvolto (secondo la testimonianza di Giovanni Battista Tremer, uno scienziato trentino che nel 1915 si arruolò volontario nell'esercito italiano e fu membro della commissione di armistizio, durante le trattative egli "non aprì mai bocca"), ma fu ufficiale coraggioso e dotato di grande dedizione che costruì una carriera lenta ma prestigiosa in ben tre eserciti. Politicamente fu sempre un uomo d'ordine e un conservatore, marziale anche nelle scelte ideologiche, per questo negli anni '30 vide nell'unione tedesco-austriaca la restaurazione di quel mondo di ideali patriottici e tradizioni militari a cui sentiva di appartenere. Forse menomato dalle sue origini italofone, sicuramente perché capace esecutore ma privo di slanci ambiziosi, non ebbe ruoli politici di rilevo nel Reich riunificato pur essendone stato una dei promotori da parte austriaca, accontentandosi di riprendere la carriera in uniforme a lui più congeniale, si ritrovò però a gestire il fondamentale settore della difesa antiaerea, in un periodo, i primi anni '40, in cui la superiorità aerea tedesca era ancora forte. Fu sfiorato, ma lasciato praticamente indenne, dall'epurazione post-bellica. Un personaggio non molto complesso, poco conosciuto, militare a tutto tondo, che seppe affrontare con rettitudine, dignità e dedizione tutti i rivolgimenti della prima metà del '900.